CONFERENCE: DAI A CESAR CE CHE AL È DI DIU

28 di Fevrâr 2013

Domenie ai 17 di març dal 2013 a Vençon in canoniche te sale Patriarcje Bertrant dopo dal cjant dal Gjespui fat in Domo as 3,00 dopo di misdì, conference di Remo Cacitti, de Universitât dai Studis di Milan, dal titul: “DAI A CESAR CE CHE AL È DI DIU” Castantin e la teologjie politiche di Eusebi di Cesaree.

Teatro: “Il Sium di une Patrie” di e con Fabiano Fantini

27 di Fevrâr 2013

Stagione Teatrale 2012-2013 “Il Sium di une Patrie” di e con Fabiano Fantini_sabato 2 marzo ore 20.45_Teatro Plinio Clabassi a Sedegliano.

Pre Checo Placereani, un prete-contro, irruente, di potente parola biblica e, per molti versi, ostracizzato in vita e rimosso in seguito, fu pioniere della coscienza culturale friulana e protagonista di tante battaglie per la difesa della lingua, per la creazione dell’Università di Udine, per la valorizzazione del Patriarcato di Aquileia, contro le servitù militari. Il ritratto di Pre Checo viene rievocato attraverso un monologo in cui il protagonista dialoga con se stesso e con personaggi immaginari, toccando i punti salienti del suo pensiero: dalla critica al potere ecclesiastico alla difesa di un popolo povero ed emarginato, dalla necessità della Bibbia in friulano alla predica di Aquileia nel post terremoto, in cui spronava i friulani a prendere in mano le redini del proprio futuro.

TEATRO: LA FABBRICA DEI PRETI di e con Giuliana Musso

21 di Fevrâr 2013

TEATRO CLUB UDINE – AKRÓPOLIS.13 – PERCORSI DI TEATRO CIVILE presenta mercoledì 27 febbraio – ore 21, Teatro Palamostre – Udine

LA FABBRICA DEI PRETI

titolo ispirato da “La fabriche dai predis” di Don Pierantonio Bellina di e con Giuliana Musso.

Con la collaborazione di Massimo Somaglino, assistenza tecnica Claudio Parrino, ricerche fotografiche Tiziana De Mario, montaggio video Gigi Zilli, scenografia Francesca Laurino, ricerche bibliografiche Francesca Del Mestre con la collaborazione di Riccardo Tordoni

Una produzione La Corte Ospitale – Rubiera

“Entriamo assieme nella grande fabbrica silenziosa. Prima, però togliamo il cappello e fermiamoci un attimo a pregare per tanta manovalanza sacrificata e rovinata in tutti questi anni e secoli.

E, facendo uno sforzo, spendiamo un requie anche per le maestranze.

Forse anche loro vittime di un sistema che uccideva l’uomo illudendosi di onorare quel Dio che l’aveva creato a sua immagine e somiglianza.”

Da “La fabriche dai predis” di Don Antonio Bellina

I seminari degli anni ’50 e ’60 hanno formato una generazione di preti che sono stati ordinati negli anni in cui si chiudeva il Concilio Vaticano II e si apriva l’era delle speranze post-conciliari. Una generazione che fa il bilancio di una vita. Una vita da preti che ha attraversato la storia contemporanea e sta assistendo al crollo dello stesso mondo che li ha generati.

La dimensione umana dei sacerdoti è un piccolo tabù della nostra società sul quale vale la pena di alzare il velo, non per alimentare morbose curiosità ma per rimettere l’essere umano e i suoi bisogni al centro o, meglio, al di sopra di ogni norma e ogni dottrina. I seminari di qualche decennio fa hanno operato per dissociare il mondo affettivo dei piccoli futuri preti dalla loro dimensione spirituale e devozionale. Molti di quei piccoli preti hanno trascorso la vita cercando coraggiosamente uno spazio in cui ciò che era stato separato e represso durante la loro formazione si potesse riunire e liberare. A questi preti innamorati della vita ci piacerebbe dare voce e ritrovare insieme a loro la nostra stessa battaglia per “tenere insieme i pezzi”.

Giuliana Musso